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DiSimona Butò

Una nuova famiglia

Stanno accadendo troppe cose e non sono ancora sicuro che mi piacciano. La mamma mi ha infilato nel trasportino e mi ha messo in auto. Io adoro i viaggi in auto – specie quelli lunghi – però questo ha un sapore strano. Anche la mamma è strana; mi ha guardato a lungo, prima di chiudere la reticella, adesso sento che mi parla, mentre guida, eppure c’è una nota, un tremore, nella sua voce. E poi.. dove stiamo andando?

Scendiamo dall’auto, la mamma suona il citofono di una abitazione che non conosco. Ci aprono il cancello, entriamo. Dentro, è tutto buio. Con la sua solita gentilezza, la mamma mi fa uscire dal trasportino; c’è tanto spazio da esplorare, anche scale che salgono e scale che scendono. E’ come se stessimo aspettando che succeda qualcosa, però. Siamo in attesa. Di che cosa? Di chi?

Rumori all’esterno. Voci. C’è agitazione, lo sento. Un’agitazione gioiosa, questo lo capisco, ma preferirei comunque un po’ di tranquillità. “Mamma? Che cosa stiamo aspettando? Perché non mi riporti a casa?”

Ecco entrare nella casa buia un uomo, due ragazze. Fuori ancora voci. No, non proprio voci: una voce di donna e… sì, è un cane! Un cane? Io sono cresciuto in una casa con due cani, mi leccavano e facevano giocare, ma.. insomma.. un cane è sempre un cane! E soltanto una porta di ingresso lo separa da me!

L’uomo che è entrato per primo si accuccia e allunga la mano. Lo riconosco dall’odore, è lo stesso uomo che – settimane fa – avevo incontrato e sul quale mi ero arrampicato fino a raggiungere la sua barba. Era insieme a quella donna dallo sguardo un po’ triste. Sì, me li ricordo bene. Ma non capisco ancora..

Sto per azzardare qualche passo verso quella mano tesa e mi blocco per il trambusto. Rumore di zampe sul parquet, respiro affannato. “Flynn!!! Fai piano! Giù a cuccia!”
Un cane.. A un metro da me. Mi fissa come fossi un giocattolo nuovo. Non so che cosa fare. Forse è meglio tornare ad annusare la sala. Forse è meglio tornare a casa mia, tutto sommato.
“Mamma? Andiamo…? Dove sei finita??”

“Ciao cucciolotto, non avere paura. Ti ricordi di noi? Non avere paura nemmeno di Flynn: è un giocherellone, ma è buono, sai?

…Ti piace la tua nuova casa…?”

 

[esistono persone che
hanno il coraggio di salvare animali destinati
alla morte.
E che, in seguito, hanno ancora,
tra le lacrime,
il coraggio di
affidarli ad un’altra famiglia..]